— 145 — Dichiarava inoltre, a quanto fu rivelato, or non è molto, dal suo segretario particolare On. Palamenghi, che la questione bulgara non si potea risolvere, senza aver di mira il mantenimento della pace, e che questa sarebbe compromessa, se mai si fossero accettate le proposte russe d’inviare in Bulgaria un suo luogotenente principesco, che avrebbe dovuto cacciarne il Principe Ferdinando. Egli esponeva quindi le condizioni della Turchia che, in nove anni dal Congresso di Berlino, nulla avea fatto per riordinare la sua amministrazione ; nè avea eseguito 1’ impeg-no assunto con l’art. 23 del relativo trattato , di dare cioè le riforme alle sue provincie. Il disordine della Turchia, egli disse, è minaccia permanente per la pace dell'Europa, e noi dobbiamo unirci per rimediarvi, a fine d’impedire che quell’impero precipiti; ovvero per preparare le basi dei governi che dovranno essere sostituiti a quello turco. In questo secondo caso egli proponeva che, rispettandosi le autonomie delle diverse regioni, queste si dovessero costituire nello stesso modo che la Rumania, la Bulgaria e gli altri Stati balcanici, ed aggiungeva che il concetto di tali autonomie era accettato a Vienna, e che il conte di Kalnoky gli aveva fatto sapere, per mezzo dell’ambasciatore italiano conte Nigra, che sul terreno del rispetto delle autonomie locali nella Penisola balka-nica, l’accordo fra i due Governi non sarebbe mancato. In seguito a tale intesa, pienamente approvata dal Bismarck; fra i Gabinetti di Roma, di Berlino e di Vienna fu stabilito un accordo sulle basi seguenti: non intervento in Bulgaria; rispetto alle autonomie ; nessuna ripartizione fra le Grandi Potenze ; ga-rentire la Turchia da pretese contrarie allo statu quo fondato sui trattati. La pace in oriente, nota il Palamenghi, fu allora difesa insieme all’indipendenza della Bulgaria; riguardo al Principe Ferdinando, la Triplice e 1’ Inghilterra difesero il fatto compiuto, contro le furie della Russia, inclinata a compromettere la pace. Le rivelazioni del Palamenghi trovano anche appoggio in quel che scrisse la Tribuna, alla vigilia del viaggio di Crispi a Frie-drichsruhe, cioè che egli recavasi a conferire con Bismarck, per una combinazione da lui ideata, in base al problema orientale. 19