— 412 — di fronte alla popolazione, e che terminava con queste parole: « Bisogna attendere l’applicazione delle riforme, essendo il governo deliberato a sventare i piani dei rivoluzionari; bisogna far comprendere agli abitanti che non conviene prestare aiuto alle bande degl’insorti, perchè ciò darebbe alla Turchia il pretesto di ricorrere a provvedimenti militari ed a rifiutare il programma delle riforme. » Ma tutte queste disposizioni rigorose non davano i risultati che era lecito sperare, anche perchè, giusta un’osservazione del Giornale d’ Italia , nessuno avrebbe potuto mai impedire interamente che la così detta agitazione macedone non trovasse nel Principato, o anche in Serbia, una base di operazione e di ri-fornimento; perciò il Novosti pubblicava un monito russo abbastanza acre contro la Bulgaria, in cui fra 1’ altro era detto : « I mestatori bulgari ritengono di poter trascinare la Russia ad una guerra contro la Turchia, il risultato della quale dovrebbe essere r annessione della Macedonia alla Bulgaria; ma essi s’ingannano. Errano pure i Macedoni che vagheggiano questa chimera. La sollevazione generale, cui minacciano di ricorrere, ove non si appagassero le loro pretese, è un’utopia. Gli agitatori macedoni non ignorano come la sollevazione sia impossibile, perchè non hanno nè armi, nè condottieri da opporre alle forze ottomane. Il pericolo vero dunque non proviene dagi’intrighi macedoni; deriva invece dal fermento che regna in Bulgaria e che può forzare la mano al Governo di Sofia, ove ai confini del Principato avvengano fatti di arme che diano alla Turchia il pretesto di sguainare la scimitarra. La diplomazia europea deve adunque esercitare energica azione sul Governo bulgaro , affinchè esso sia costretto a soffocare l’incendio che matura nel seno del Principato. » Queste burbere parole di un giornale che nessuno ignora quali relazioni abbia coi circoli ufficiali di Pietroburgo, provano a meraviglia il fatto che la Bulgaria ufficiale, ove mai avesse allora mano nei torbidi balkanici, come potrebbe per avventura non riuscir facile il dimostrare che no , agiva per conto proprio e contro la espressa volontà della Russia; la quale, memore delie disillusioni cui era sempre andata incontro con la sua politica a lunga scadenza, per cui i popoli, da essa aiutati a liberarsi dalla mala signoria, aveano avuto tempo di gustare i frutti d’ una completa libertà e del più perfetto vivere civile, per non dover essere altro che avversi ad ogni forma qualunque di soggezione nuova e forse più grave ed esosa dell’ antica, per confessione austriaca e serba, continuava allora a lavorare, come già facea da parecchi lustri, con intenti e criteri del tutto diversi da quelli che aveanle ispirata la grande ingiustizia per poco tempo sancita nel Trattato di S. Stefano. Per questi motivi, a quanto asseriva la Tribuna, accentuavasi sempre più nell'elemento macedone la corrente anti-russa; anzi