— 566 — corso alla propaganda greca, la quale tende a convertire gli Albanesi ed a conquistarli a loro : mentre essi sono per noi completamente stranieri e non hanno alcun rapporto con noi, nè dal punto di vista dalla razza, nè da quello della consanguineità, se bene 1’ istruzione e la scuola siano libere (per i greco-slavi, ma non per gli Albanesi). Quelle propagande non sono fatte neirinteresse della religione, nè hanno lo scopo di illuminare l’umanità, ma promuovono solo 1’ oscurantismo dello spirito, per distruggere ogni sentimento di fratellanza e per creare disordini. Per evitare che i cristiani albanesi diventino cieco istromento nelle mani dei nemici dello Stato, le Chiese e le Scuole, là ove risiedono Albanesi, debbono essere libere, sia nelle città che nei villaggi, ed il servizio religioso fatto nella lingua albanese, quella loro data da Dio. S. A. il Patriarca ed Esarca dovrebbe ordinare che i Vescovi non mettano in bando la lingua delle popolazioni che non sono greco-slave, — quella cioè degli Albanesi e dei Rumani, — e non le proibiscano nelle Chiese e nelle scuole. Questi anatemi non sono permessi da nessuna religione, né dallo spirito dei tempi moderni, nè dalle leggi umane. Contro tali ingiustizie, che gridano vendetta, si protestò parecchie volte in iscritto da Bukarest al Patriarcato; e noi le spediamo qui acclusa una copia della petizione indirizzata per questo riguardo al Patriarcato. Queste nostre giuste e ben fondate richieste. Ella le sottoponga al Consiglio dei Ministri, disponendo l’animo del Patriarca ed Esarca a non deviare del sentiero divino p a non maltrattare le leg’gi dello Stato. Così facendo , aprendo scuole nazionali e sopprimendo in mezzo agli Albanesi le lingue d’istruzione straniera, cesseranno tutti gl’intrighi e le contese e tutti i nemici della nostra patria albanese-macedone saranno ridotti all’impotenza. L’assicuriamo sulla nostra vita ! 4. — Al nostro Governo è pur troppo noto che il clero e tutti coloro che coprono l’ufficio di maestro, inculcano, apertamente e senza alcun ritegno, nell’ animo dei loro discepoli dottrine sovversive : che cioè la piccolissima provincia albanese-macedone, che si trova ancora in possesso dei Turchi, sarà tra breve preda dei Bulgari, dei Serbi, dei Montenegrini e dei Greci, e diffondono l’idea d’un’alleanza di Sua Maestà il Sultano con lo Czar, e predicano che il Sultano ha venduto 1' Albania e la Macedonia per tre milioni di lire turche a una potenza estera, ecc. ecc. In ricambio ed in compenso di simili false dottrine , diffuse con tanto zelo, i bulg-ari vedono dalla parte turca esauditi tutti ì loro desiderii e le loro aspirazioni; mentre non una parola, non un cenno ascoltano gli Albanesi da parte dell’alto Governo. Questi fatti hanno aperto al popolo gli occhi e le orecchie, e