— 159 — di coloro che, ricordando le glorie di Venezia e di Genova, ricordando le nostre vecchie tradizioni marinare e, sopratutto, considerando come unico fattore economico lo sviluppo delle nostre coste (per cui paragonano la nostra penisola ad ua lungo molo disteso sul Mediterraneo), dicono che le nostre condizioni sono favorevolissime allo sviluppo della marina mercantile, ed ottime le possibilità dello sviluppo delle nostre costruzioni navali. Questi elementi sono insufficienti per valutare le nostre condizioni, e vi sono elementi più importanti da considerare. Non siamo però nemmeno del parere di coloro che, partendo dalla assoluta mancanza di carbon fossile e dalla scarsezza del minerale di ferro, desumono che le nostre possibilità economiche agli effetti di questa industria sono pessime. Alle condizioni odierne dell’industria delle costruzioni navali, quest’industria non è da noi un’industria naturale e ciò per la scarsezza di miniere di ferro e per la mancanza di carbone, materie prime che bisogna importare. Se tale stato di cose deve tenerci in guardia contro eventuali programmi di grande espansione di queste industrie, pure si può affermare che le possibilità economiche di questa industria sono da noi buone, poiché a tali condizioni di inferiorità si può riparare impostando navi di grande efficienza economica, dirigendosi cioè verso costruzioni di navi spiccatamente di qualità, e tralasciando assolutamente quelle costruzioni di tipo corrente (nelle quali predomina l’elemento materia prima) ed a basso prezzo che più si addicono a paesi ricchi neH’industria pesante a causa della sovrabbondanza del materiale siderurgico. Perchè quest’industria sia da noi veramente redditizia,