GLI AVVENIMENTI NAVALI NEL CONFLITTO EUROPEO 101 sure energiche per rifarsi della piena vittoria che egli aveva riportata su di una squadra britannica. Non si meravigli il lettore di un tale errore ; esso rientra nell’ordine di tutti gli altri che la Germania ha commesso prima e durante la titanica lotta che essa sostiene con grande valore, con eccelse virtù, ma con una confidenza in se stessa così spinta, da degenerare sovente in disprezzo dell’avversario, supponendolo sempre infinitamente inferiore a lei. L’Ammiraglio tedesco non credette forse ohe in 38 giorni dalla sua vittoria di Coronel l’Inghilterra fosse già in forze presso C. Horn per attenderlo al varco; la rapidità delle mosse sarà stata anche per lui una caratteristica esclusivamente tedesca. Così egli non mandò un suo incrociatore veloce, il Dresden per esempio, ad esplorare, a riconoscere; egli capitò lì con tutte le sue navi, con la sicurezza, cioè, quasi assoluta di fare delle Falkland una temporanea base per rifornirsi ; tutt’al più pensò forse di dovere combattere qualcuno di quegli incrociatori inglesi così poco protetti, così poco armati, tipi Carnarvon, Corntvall, Monmouth, Good Hope che l’Inghilterra aveva dislocato negli oceani allo scoppiare della guerra, e dei quali già due egli aveva sepolto nel mare. Ma l’Inghilterra rapidamente, segretamente, aveva mandato due navi, due incrociatori da battaglia, capaci di aver ragione dei due incrociatori corazzati germanici, quando li avessero incontrati; non poteva però lusingarsi —per l’esperienza fatta con VEmden e gli altri incrociatori corsari — che tale incontro avvenisse non appena i suoi incrociatori da battaglia fossero giunti alle Falkland per rifornirsi di carbone dopo una traversata di 14 000 miglia e unirsi alle altre navi. Chi pose l’ammiraglio Sturdee nel caso di rendere ancora piti laconico il rapporto di G-iulio Cesare al Senato romano: « Venni, vidi e vinsi» omettendo il « vidi », fu proprio l’ammiraglio tedesco. L’esito del combattimento, come a Helgoland, come a Hook of Holland, come a Coronel, come nello scontro fra VEmden e il Sydney, venne determinato dalla preponderanza delle forze, riassunta nel maggior calibro dei cannoni, nella velocità superiore e, in misura minore, nella più efficace protezione. Forse la guerra moderna dimostrerà che non il volume del fuoco, ma la qualità di esso, la grossezza del proietto, cioè, che colpisce è il fattore determinante della distruzione.