GLI AVVENIMENTI NAVALI NEL CONFLITTO EUROPEO 57 Il 21 dicembre un sommergibile francese, il Curie (di 400 tonn.; velocità la/8 ; 7 ls.; equipaggio 24 uomini) tentò con molto ardimento, ma non pari fortuna, di eD trare a Pola. Con questo intento si pose — sembra — nelle acque di una nave che entrava il porto e la seguì ; ma, nel compiere un’accostata, andò ad impigliarsi in una rete di acciaio distesa appunto per ostacolare l’entrata dei sommergibili. Fu scorto, cannoneggiato, e, venuto a galla, si arrese. Il comandante e 26 marinai vennero fatti prigionieri ; soltanto l’ufficiale in 2° affondò col sommergibile. Il comunicato austriaco specifica invece che il Curie fu cannoneggiato e affondato dalle batterie costiere e dalle navi di guardia « senza essere venuto ad un assalto » ; ma noi crediamo la nostra versione più esatta, meglio rispondente ai fatti e più giusta rerso il comandante che tentò una arrischiata impresa. In seguito, secondo una notizia non ufficiale, il sommergibile sarebbe stato tratto a galla e nello scafo si sarebbero rinvenuti 6 cadaveri; il che farebbe con poca verisimiglianza ammontare l’equipaggio del Curie a 33 uomini, mentre normalmente era costituito di 24. Il corrispondente navale del “ Times ” scrisse che vi era molto merito nell’azione del comandante del Curie, special-mente se le difese di Pola non diversificano da quelle che a Wilhelmshaven mandarono falliti ripetuti tentativi di sommergibili inglesi per penetrare in quella piazza. Il comunicato ufficiale francese fu il seguente: « Il sottomarino francese Curie che era stato distaccato dalla flotta per eseguire isolatamente un’azione contro le navi da guerra austriache ancorate nel porto di Pola, non raggiunse la flotta nei termini fissati». « Si possono dunque considerare esatte le informazioni della stampa estera che il sommergibile sia stato affondato e l’equipaggio fatto prigioniero» . Sui giornali si lesse una lettera di un ufficiale di Marina la quale narrava di altri sommergibili che avevano tentato di penetrare a Pola e che uno di essi (al quale apparteneva appunto quest’ufficiale) si era impigliato in un cavo d’acciaio da cui però era riuscito a liberarsi eseguendo una rapida immersione. Nella lettera si diceva che, mentre era immerso, gli vennero ripetutamente lanciati siluri, uno dei quali gli sfiorò la chiglia.