LA GUERRA AL COMMERCIO La guerra al commercio — forse il mezzo cui è indirettamente affidata la soluzione del presente conflitto — si è venuta a mano a mano trasformando col progredire delle operazioni navali. L’embargo delle navi mercantili di nazionalità nemica che si trovavano nei porti degli Stati belligeranti e la cattura delle navi nemiche incontrate dalle Armate in navigazione furono caratteristiche del primo periodo di guerra. Seguì, subito dopo, un più. attivo esercizio del diritto di preda che, mentre da una parte costrinse le navi germaniche e austro-ungariche a cercar rifugio nei porti nazionali e neutrali, o a ridursi a trafficare entro piccole zone, produsse dall’ altra un vivo allarme nella Marina mercantile britannica per le scorrerie non infruttuose degli incrociatori germanici posti in agguato nell’Oceano Indiano, nel Pacifico e nel basso Atlantico. Posteriormente queste scorrerie son venute di molto attenuandosi, essendo riuscito all’ Inghilterra di liberare quasi del tutto gli oceani dagli incrociatori nemici, dedicatisi con tanta fortuna alla caccia del naviglio mercantile. Non cessava però per l’Inghilterra la finalità di esaurire gli avversari, in ispecie il tedesco, ed essa venne quasi a convertire in un blocco l’azione intesa a tagliare i rifornimenti nemici, sia chiudendo quale area militare il Mare del Nord, sia intensificando col concorso delle forze navali francesi la vigilanza contro il contrabbando, ed emanando a tal riguardo norme sempre più restrittive. L’esercizio di questa più vigorosa azione di offesa al commercio nemico fa ora intravedere una nuova misura di rappresaglia da parte della Germania : la caccia del sommergibile alle navi che si apprestano a rifornire le isole britanniche in modo da paralizzare l’intero commercio dell’odiata rivale.