— 143 — Da ciò risulta che, tanto più la velocità della nave si scosta dalla velocità economica, cioè la « velocità di minimo consumo per miglio (1), tanto più rapidamente cresce il consumo di combustibile. dividendo la (a) per la (6) Fi pc L Pc V . , Pc Fi pc L Vt Pc, = Fii pc L cloe Pcì = Fii pc L V Vi A PC V riducendo — » -_ ........ (c). Fi F3 Sostituendo nella (c) al posto di ~sr~ il rapporto -¡^3 dato dalla (1) si ha Pc v3 Vj . . _Pc_ jr Pcì ~ Vi3 V C10e Pei = Vi2 ........ cioè per una stessa nave, le variazioni di consumo del combustibile necessario per coprire una stessa distanza, sono proporzionali ai quadrati delle rispettive velocità. (1) La velocità economica che è la « velocità di minimo consumo di combustane per miglio •» è quella che consente alla nave, con la sua dotazione di combustibile, di effettuare la, massima percorrenza, indipendentemente dal tempo. Questa percorrenza massima determina l’autonomia della nave (autonomia massima), alcuni impropriamente chiamano raggio d’azione (l’autonomia è il doppio del raggio d’azione). Non è da credere che il minimo consumo sia quello che si ottiene facendo navigare il bastimento alla più piccola velocità, compatibilmente con un regolare funzionamento della macchina. In fatto si verifica che, anche ad andature inferiori alla velocità economica, il consumo per miglio si mantiene più alto. Aumentando la velocità oltre la velocità economica, il consumo di combustibile cresce rapidissimamente, in ragione del quadrato della velocità, cioè secondo una parabola. Premesso che la scelta della velocità (numero di miglia all’ora) da assegnare ad una nave per la sua normale andatura