Pantero Pantera Capitano delle galere pontificie nel suo classico libro “ Armata Navale ” pubblicato a Roma nel 1614 scrive : “ aver “ inteso da uomini vecchi che hanno governato galee armate a “ quella maniera (cioè a tre remi per banco) che essa riusciva “ meglio ” (3). Ad ogni modo la prova più tangibile del valore dell’opera del Canale è dimostrata dal fatto che egli fu incaricato nel 1556 di presiedere alla istruzione dei giovani patrizi nell’arte marinaresca e che la Serenissima adottò nella sua legislazione marinara molte delle proposte del Canale ed in ispecial modo quella di impiegare i condannati ed i prigionieri come galeotti. La ragione principale che spinse la Repubblica ad adottare quel sistema che tanto contrastava coi principi liberali di Venezia fu specialmente a mio giudizio la crescente difficoltà che essa incontrava per reclutare i remiganti e ciò sia per la perdita avvenuta di molti possessi in Arcipelago che per il progressivo spopolamento della Dalmazia (4). Lodovico Dolce ha commentato l’opera del Canale e così pure un sunto ne è stato fatto dall’Abate Morelli bibliotecario della Marciana nella sua relazione sui codici Naniani. (5) Nel 1881 PAmmiraglio Luigi Fincati si valse dell’opera del Canale per il suo studio sulle triremi (6) e colla scorta di essa per incarico del Ministero della Marina costruì un modello di galera, uno di fusta, uno di brigantino ed uno di fregata che furono esposti al Congresso Geografico internazionale tenutosi a Venezia in quell’anno e che ora sono conservati nel Museo Storico Navale. Il Dolce contemporaneo di Cristoforo Canale ebbe una gran stima di lui e gli dedicò la sua traduzione dell’opera di Appiano Alessandrino : “ Historia delle guerre esterne dei Romani L’opera fu pubblicata dopo la morte del Canale e il Dolce ne esaltò la memoria paragonandolo agli antichi capitani romani per il valore, la prudenza, la liberalità, la grandezza d’animo, la cultura storica e letteraria, af- [8]