quattro galere alla volta della città, nè fu a pena veduto che già era gionto insino al molo si perchè poche guardie all’hora tenevano i turchi dalla banda di mare non pensando mai che altro pericolo che da terra gli soprastasse per causa delli soldati di Corone, si anco perchè ciò si esseguì poco avanti mezzo giorno, nel quale tempo la maggior parte delle genti si erano ridotti verso le stanze non meno cacciati dalla fame che dalla malvagità del caldo essendo allora il mese d’agosto nel quale il calor del sole è maggiore et più intollerabile nelle parti di Levante che non è qui da noi. Gionte le galere apresso il molo, subito una parte di soldati saliti in terra corsero a prendere la porta et poi agiutati da gli altri entrarono nella città, la qual posta in confusione, di leggiero prendevano se non erano soverchiati dal gran numero di gianizzari li quali con molte occasioni gli costrinsero a lasciar l’impresa. Tale fu l’astutia del Salviati proceduta nel vero da intelletto et franchezza d’animo benché non succedesse conforme al disegno. Ricordomi (disse all’hora il Canale) di haver letto di un’altra simile a questa di alcuni capitani Tebani i quali non potendo per alcuna forza ridur in poter loro il porto di Chiarenza vi mandorno una nave grandissima piena di soldati ponendovi una quantità di mercanti per ingannar i nimici, la quale pervenuta a quella parte delle mura che da lontano appariva, misero alcuni soldati in terra, doppo i quali riuscirono degli altri et fingendo tra loro discordia s’attaccorno insieme onde i Chiarenzali (che dell’inganno non s’avvidero) corsero al romor per acquetarli, in tanto le navi tebane il loro porto et la città occuparono. Un’altra astutia simile a questa si può dire che fosse usata da Filippo quando essendo stato cacciato fuori della città di Samo persuase Apollonio loro prefetto, già da lui indotto al tradimento, a far porre nell’entrata della porta un carro di pietre quadrate, et dopo subito dato il segno perseguitò i terrazzani, i quali al subito assalto impauriti d’intorno agli ordinati impedimenti oppresse et ammazzò. [296]