bre con occisione di circa 1700 nimici et 200 dei nostri oltre altre-tanti feriti.
   Furono in questa battaglia poste a fondo sei galere turchesche et cinque prese insieme col Moro Capitano loro, che come conosciuto, fu da un galeotto con cinque ferite mortali fatto prigione. Vinse adon-que il nostro Canale non tanto per virtù de soldati quanto per astutia d’ingegno, perciochè superando i nemici di gran longa il numero dei suoi haverebbono facilmente vinta la battaglia. Se nonché combatterono sempre con paura che le galere di soccorso (che stimarono la notte 12) non fossero venute ad investirli et gettarli a fondo.
    Giudicate se questa a qualunque altra delle raccontate operationi si può eguagliare, o vero s’ella è delle altre per avventura più degna havendo riguardo alla qualità dell’importanza. Ma dei fatti nobili et ingeniosi di quest’huomo si potrebbe tenere una lunga historia. Onde tornando a gli essempi degli antichi dico che tenendo i Romani il porto di Lilibeo in Sicilia i Cartaginesi loro nemici con tutto ciò a vista della loro Armata entravano et uscivano di detto porto con velocissime galere a loro piacere come di sopra si è detto haver fatto il Rodiano, con vergogna et danno de Romani. Li quali deliberati di provvedervi fecero nella bocca del porto affondare molte navi cariche di sabbia et di terreno. Laonde non avvedendosi i nemici delle tese insidie, molti di loro vennero in potere dei Romani con i loro legni insieme, perchè con gran velocità solcando il mare venivano a percuotere nel terreno che in gran quantità havevano posto sopra le navi affondate et fermavasi senza punto potersi valere dell’agilità loro nè muoversi. In guisa che con quest’astutia tolsero i Romani a Car-ginesi l’ardire et il modo di usarlo.
   Disse il Canale : Sarete contento Mr. Alessandro che io a questo proposito ne racconti una delle vostre trovate da voi in un caso da questo non dissimile.
    Deh di gratia (soggionse il Contarini) non vogliate mescolar le ope-
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