modo ferma, et che si lasciasse in tal maniera che il vento battesse le vele a sua voglia et che il timoniere similmente tenesse ferma et dritta la prora al medesimo camino. Il che fecero le altre due galere. Ne è punto da maravigliarsi perchè nei nostri ordini non può alcuna galera gettar compitamente le sue vele da braccio se prima il Capitano delle nostre armate ciò non ha fatto. Con tutto che in simil casi si fatti ordini non si osservino, nondimeno allora non senza cagion fu fatto. Hora credendo i turchi che il Canale volesse prendere altro camino per fuggire loro di mano, tutte le loro galere si missero a ghindare similmente gli angeli et vedendo che i nostri tardavano molto a gettar del tutto le loro sull’altro braccio s’imaginarono che ciò per pigritia dei nostri marinari avvenisse. La onde sperando di giongerli con più prestezza tutte le loro con molta celerità quasi in un tratto gettorno. Il che veduto dal Canale et lasciatogli ben prendere il camino, ordinò che si allentasse l’angelo et si lasciasse cadere la vela a basso et nell’istesso braccio che ei prima la teneva. Il qual effetto posto in opera anco dagli altri doi sopracomiti, parimente in un subito si trovò con le sue galere più di 4 miglia lontano dai nemici, perciochè quei correvano ad un camino et questi ad un altro. Onde i turchi desperati di poterli aggiungere (perciochè nel voler ritornare a gettar le vele da braccio le nostre galere fra tanto si sarebbono per grandissimo spatio dilongate), scherniti ripresero il loro viaggio et il Canale a Napoli si ridusse, dolente oltre modo della perdita delle due galere che gli fu ditto esser state condotte prese a Zia. E tale fu l’astuzia del Canale. Hora mi sarebbe caro che fra tanto alcuni dei moderni mi sovenga, il Cornaro o il Canale ne raccontasse alcuna de gli antichi. Questo farò io volentieri (disse il Canale) per essere il primo ad obbedirvi. Dico che essendo Arthabano vinto da Cesare et perciò fuggendo di Francia in Inghilterra con prospero vento nell’Oceano pervenne, et a caso ne i litti secchi con i suoi vascelli s’appressò. Dove [ 3°6 ]