il piè fuori di Roma senza haver bene et pienamente osservato l’ordine et la qualità degli auguri, li quali quando erano da alcuno sprezzati di molte volte ne seguiva il danno et ruina di se medesimo et del suo essercito. Onde se la riverenza della Religione fu sempre profittevole agli osservatori di lei non ostante che essi in falsi et bugiardi idoli la loro credenza appoggiassero, quanto maggiormente conviene che da noi sia riverita et osservata che il vero culto habbiamo et un vero et solo Iddio conosciamo et adoriamo? Vorrei adonque che il mio Capitano questa principalmente abbracciasse, nè permettesse che alcuno dei suoi havessero animo o cosa che poco o molto l’offendesse, nè mai prendesse impresa senza il nome di Colui che solo al-l’imprese può dar prospero et lieto fine et è fonte et autore di tutti i beni. Vorrei appresso che egli serbasse in tutte le sue attioni la giustitia mescolata con la clementia, il che dico perchè sono alcuni che ricercano l’obbedienza con la crudeltà et sono si fattamente crudeli che pare che la loro potestà sopra animali brutti non sopra creature humane sia; il che non è convenevole a chi di essere christiano si aricorda. Sia l’oggetto suo primo di farsi amare, perciochè havendo gli soldati amici gli haverà anco presti in tutte le operationi et ne nascerà parimenti in loro il timore dell’offenderlo, onde in ogni affare egli verrà ad essere temuto et amato parimente. L’amor s’acquista egli con la moderatezza del costume, con l’affabilità, con l’humanità et con la liberalità, et il timore con un convenevole castigo dei falli altrui osservato ugualmente in tutti. Sbandisca quanto può dal suo petto l’ira, perciochè niun altro vitio può tanto oscurare ogni sua virtù quanto lo stimolo di costei. Di qui fu scritto prudentemente, Mr. Iacomo, del vostro fiorentino poeta: Vincitor Alessandro l’ira vinse E fé’ il minor in parte di Filippo (i). [287]