mate sia più fangoso, più arenoso, o di creta che petroso o vero che esso habbia più sponda che piano, o il suo letto ripieno di monti di arena, detti per altri nomi dai marinari, scagni. Havete donque a sapere che di tutte queste qualità di fondo si giudica il fangoso et nero migliore sì per tener ferma, forte et sicura ogni Armata che in lui sorge contra ciascuna forza di venti et corso de mari, et sì per agevolezza et prestezza nel salpar de ferri che si gettino nel mare per reti-nimento et fermezza dei legni. La ragione si è che dove il fondo è fangoso esso sempre in ogni sua parte è disteso et piano, il che ad-viene perchè se in alcuna parte disuguale, essendo il fango molle l’acqua col frequente et impetuoso percuotimento in un subito lo rende uguale; la quale ugualità è molto utile per tener saldi i ferri, perciochè s’adviene che il ferro posi sopra qualche monticello o scagno, come detto habbiamo, istendendosi poi il vento con alquanta di forza per essere il monticello debole, si come quello che è nato dall’accidente, nè può sostener l’impeto d’esso vento che el sorto legno a dietro respinge a tal che il monticello si rovina et adviene piano. Onde se ’1 legno privo del suo ritegno et trovandosi appresso terra è a gran pericolo di rompere avvenga che pure subitamente a ciò si possa trovare scampo. Buono et sicuro è il fangoso perciochè i ferri che vi si gettano si nascondono dentro et vi si fermano in modo che ad ogni forza di vento il navilio rimane sicuro senza che, come si è detto, con molta agevolezza essi si salpano. Lo arenoso in contrario nè contra picciol vento nè a legger corso di mare può tener forte alcuno legno, conciosiacosachè l’arena non essendo ella tenace non può far contro al fiato de venti o al corrente delle onde retinenza al ferro, anzi esso è portato leggermente dove è spinto il naviglio; il qual termine è detto arare, et è oltramodo pericoloso di far percuotere il legno nel lito et sdruscire. Il fondo di creta non è parimenti buono da dover in lui sorgere perciochè non si può imergere nè fermo tenere et se vi si tiene, per poco spatio che esso [ 231 1