rebbono rimanere. Et se i nemici havessero medesimamente ordinate et divise dietro a loro corni due simili et uguali schiere, all’hora vorrei che l’mio Capitano, di ciò avvedendosi, ordinasse che le dette due schiere non si dipartissero dai loro corni se non conoscendo che di grandissimo aiuto facesse bisogno in qualche parte, ma che ciascheduna di esse stesse al luogo suo, lasciando che in ogni lato d’essa battaglia ugualmente combattessero. Avvertendo dico sempre di inviare le dette galee dovonque grande necessità di soccorrere in una parte et l’altra vi fosse. In cotal modo secondo la diversità del luogo dove combatter si dovrà, il mio Capitano haverà ad ordinare la sua armata. Per certo, disse il Cappello, questi due modi sono i migliori et più sicuri partiti che prendere si possino; ma vorrei che aggiungeste un’altra importante particolarità la quale è: se egli nell’incontrare l’Armata nemica essendo in tiro d’artiglieria dee cominciare subitamente a sparare, o vero se deve serbare quest’effetto all’hora che ei la volesse urtare. Perchè etiandio in queste parti d’intorno al vantaggio ci sono due diversi pareri, chè alcuni vogliono che più util sia il batter un’Armata di lontano che quando si sia ad investirla, et alcuni affermano il contrario. I primi dicono che in quel modo se le si può rovinare l’arbori, l’antenne, gran parte del palamento et le sbarre, gettare a basso le pavesate, romper ogn’altra parte dei suoi morti, onde quando si viene alle spade et a stretta battaglia, trovandosi una galea priva delle dette difese, è facile il poter salire in quella et può etiandio avvenire che ferendo alcuno de’ colpi della artigliaria nel vivo d’alcuna galea, la faccia del tutto sommergere, o vero che li si uccidino di molti huo-mini, tra quali (correndo il Capitano l’istesso pericolo) può similmente accadere che egli anchora si levi di vita; la qual morte (come di leggiero avviene) potrebbe portar a nimici cotal confusione et spavento che l’Armata da sè stessa si disordinarebbe et renderebbe vinta. Chè [ 244]