rationi mie quali elle sieno con quelle di sì illustrissimi huomini perchè credendo voi per avventura di honorarmi mi fareste vergognare. Ciò voglio fare, disse il Canale, acciò la vostra modestia che vi fa tacere le proprie operationi non diventi appo di noi altri discortesia. Et così detto seguitò: Io credo che a niuno sia uscito di mente (perciochè anchora l’avvenimento è fresco) che essendo guerra fra il signor Turco et noi, voi Mr. Alessandro che havevate il carico di Provveditor Generale vi trovavate a guardia di Corfù dove rapportato da certe spie che Barbarossa all’hora Capitano dell’Armata turchesca voleva in ogni modo venire ad assaltarvi insino sotto le mura di quella città, tutto che haveste non più che 40 galere senza altro vascello di sorte alcuna et li legni nemici fossero appresso 100. Come fedel cittadino della nostra patria nondimeno et valoroso Capitano vi risolveste di non abbandonare quella città et di voler aspettar l’assalto dei nemici assicuratovi con un’astutia allora partorita dal vostro ingegno. Ordinaste adonque che un mezzo miglio discosto d’intorno a quella parte di Corfù et a quella anchora dove voi eravate posto con bell’ordine con le vostre galere si havessero a mettere per duoi piedi o poco più sotto il mare alcune gomene di galera quasi a modo di siepe o di steccato. Et perchè elle si potessero sostenere in cotal altezza senza andare più al basso et perchè non fossero smosse imponeste che quelle prima si dovessero sorgere con i loro ferri nel fondo et che dopo quanto erano longhe si stendessero attaccando per ciascuna doi o tre segnali. Voleste appresso che aggroppandosi l’una con l’altra tutte le dette gomene elle circondassero tutto quello spatio che prima s’è detto. Dove ha vendo messe le galere molto bene al punto di quanto a battaglia era mestiero et quelle con bell’ordine divise et fermate con le prore verso quella parte dove haveste fatto tendere l’insidia aspettavate l’assalto. Era il disegno vostro che nel venire Barbarossa ad assalirvi necessariamente i timoni delle sue galee dando in quelle gomene do- [ 302]