et in qual luogo vogliate che egli ponga alcuna sorte di navi per fortificare una schiera o battaglia di galere, nemmero di galere per aiutar le navi, il che vi serbarete a dire quando v’accadrà di ragionare d’una armata di galee accompagnata con navi. Ma che ci dimostriate hora dove et da qual lato si debbono porre i navilii da vettovaglia, come io dico, o palandarie che fussero, in un’armata da remo così combattendo, come navigando nel modo ch’io vi ho detto. . Io per me, rispose il Contarmi, non saprei qual miglior et più sicuro partito il mio Capitano pigliasse di quello che ci insegnarono i due Consoli romani, quando essi con la maggior et più numerosa armata che per anchora da quella grande et felice Repubblica fosse mandata contra a nimici sì ordinatamente et così bene schierati condussero infiniti legni carichi di vettovaglia et palandarie et combattendo con Cartaginesi vinsero la giornata seco, trahendo con poca o niuna perdita di essi legni. Voi dovete sapere che havendo i Romani per cagione del dominio di Sicilia presa guerra contro Cartaginesi, mandarono a quella impresa contra Annone et Amilcare Capitani de Cartaginesi Marco Attilio et Lutio Manlio et diedero loro un’armata di 150 galere tutte d’ordine di 5 remi et un numero grande di palandarie insieme con quella. Perciochè essi havevano (il che è gran cosa pure a dover dire) cento et quaranta milia huomini da combattere sopra la detta armata. Questi adonque due Consoli perchè temevano che navigando con tale Armata isbandata et senza buon ordine (il che agevolmente poteva esser loro accaduto per la molta palandaria che conducevano) non fussero da nemici d’improvviso assaliti anche fosse loro convenuto perdere una parte della detta palandaria et etiandio della loro Armata. Essi pensarono per rimediare a ciò un sicurissimo modo et il migliore forse senza dubbio alcuno che già mai fino all’hora si fosse d’altri pur adombrato col pensiero, non che posto in opera nè che da indi in qua da alcuno sia saputo trovare per condurre queste due cose [263]