esperienza, et quanto ho sopra detto sarà come uso universale di tutte le particolarità et minutezze che in questa al presente ho da dire. Ma voi fate pur conto di esser hoggi nell’Arsenale et ascoltare uno , di questi nostri antichi proti (18) et maestri di galee et non per avventura il Fausto (19) huomo di mirabil dottrina, ma uno di quelli che conoscano la bontà dei legni solamente per l’esperienza, come ho detto. Perciochè a me pare (parendo a voi) di tener sì fatto ordine. Prima ragionerò di che sorte et forma vorrei una galera atta a combattere, di che qualità di ciurme et genti la vorrei armare, in ultimo qual huomo vorrei che fosse quel capitano a cui si commette il governo di un’Armata et appresso ordinarla a battaglia con tutti quelli avvertimenti, astutie et avantaggi che sogliono apportar la vittoria. Nella qual cosa se a me converrà usar molti vocabuli non mai usati (Mr. Jacomo mio) dal Boccaccio nè da questi vostri eccellenti toscani d’hoggidì, iscusatemi appresso le vostre delicate orecchie. La novità della materia di che io parlerò nella quale son certi termini et proprietà che non si possono dir toscanamente perchè a noi vene-tiani non si convengono le parole fiorentine. A questo fu detto da ciascuno che l’ordine pareva buono et dal Canale che a bene esprimer le cose dei nostri tempi era convenevol usare i vocaboli dei nostri tempi ; il Contarini a cui pareva che il tempo fosse molto stretto a poter raccogliere ordinatamente le molte cose che egli aveva a dire, prestamente seguitò. A me pare (quando vi penso) che huomo di estrema audacia et di molto sicuro petto sia stato colui che primo per dentro a un picciol legno al mare la vita sua commise, elemento così spatioso et horribile a riguardare ; ma non meno sono da essere reputati prudenti quegli altri che trovarno il timone, i remi, gli arbori, le vele et gli altri ar-miggi con i quali reggendolo et addestrandolo sicuramente lo condussero da un mare all’altro et vari paesi veggendo et con diverse [56]