SSENDO M. VINCENZO CAPPELLO (i) GENERALE Capitano da Mar ritornato dall’impresa che insieme con Paolo IV Pont. Mass, et Carlo V Imp.re in difesa del nome Christiano contra infedeli haveva gli anni avanti presa questa Repubblica, et trovandosi il seguente autunno aggravato di febbre, la quale in pochi giorni ce lo levò; tra molti gentilhuomini che quasi di continuo visitar lo solevano vi si riducevano il Cl.mo Mr. Alessandro Contarini (2) procuratore di S. Marco. Mr. Marc’ Antonio Cornaroet Mr. Giacomo Canale mio zio, i quali doi (quantunque in diversi tempi) l’uno essendo Savio del Consiglio et l’altro all’hora creato Consigliere, con universal tristezza di questa città mancarono delle cose humane (3). Questi tre adonque un giorno a lui per questa causa venuti et entrati in camera, dopo le prime salutationi che in tali offici far si sogliono, posti ordinatamente intorno al letto l’un dopo l’altro a sedere, così il Cappello cominciò: Faccia di me Dio solo consolator degli infermi quanto a Lui aggrada, quello che è dalla sua Divina bontà ordinato che sempre sarò a questo mio mal tenuto, poscia che egli è cagione che io sia oggi visitato da tre più honorati et più cari amici et padroni ch’io mi abbia. Il quale offitio molto più grato mi sarebbe se io non dubitassi che per questo haveste tralasciate le bisogne importanti della Repubblica, che a tutti i comodi et private benevolenze degli amici devono esser anteposte, che io in vero non vorrei.