nite volte si è veduto più per rispetto di quelli che d’altro l’Armate esser state vittoriose. Deh di grada, disse il Cappello, et perdonatemi vi prego, Mr. Alessandro mio, se forse vi sono come veramente è, troppo molesto prima che entrate a ragionare delli avvertimenti che dite, fatine chiari se si può mettere conto d’avvantaggio alcuno l’andare ad investire l’inimico portando le vele legate sopra l’antenna o se pure è meglio il non portarle. Vorrei che la vostra benignità, rispose il Contarmi, osservandissimo padre mio, mi lassi dirvi che non ne voglio far niente poiché così cerimoniosamente mi ricercate, sapendo di potermi et in questa et in altra occasione sicurissimamente comandarmi. Ma ella troppo veramente mi condanna ad obbedirvi, onde per soddisfare alla vostra richiesta dico che portare l’artimone antennato (per usar i nostri vocaboli) et legato et ghindato sino alla cima dell’arbore sotto al calcese è termine che può in due modi giovare a chi lo porta, l’uno è che tenendosi esso artimone così alto si corre minor pericolo che da nemici fuochi possa esser abrusciato, l’altro è manifesto a tutti, che portandosi la vela antennata in questa guisa si viene ad essere di continuo più pronto et più espedito col suo legno o in seguire i nemici aspirando la vittoria, o, havendosi la fortuna contraria, ritirandosi procacciare il suo scampo. Et se i giorni sono, come disse alcun poeta, quando padri et quando padrigni dell’attioni delli huomini, hora prendere la buona occasione hora cedere alla malvagia, egualmente con honor et con niun o poco danno conservandosi et offendendo. Ma perchè, come sapete, le prime apparenze vengono per lo più giudicate dal peggio, è avvenuto molte volte che chi ha usato di portar le vele in simil modo ne tempi che si è voluto entrare nella battaglia, è stato di pusillanimo notato credendosi che ad altro disegno ciò non fosse fatto da colui che di fuggire alla prima scoperta di ogni picciolo avvenimento dubbio di vincita che gli mostrasse la pugna, et [269]