terzo della lunghezza del remo, con le loro galaverne (che come sapete sono quelle due bande di legno che si conficcano l’una di sotto et l’altra di sopra di detto zirone più o meno grosse secondo che fa di mestiero di peso per giustare il remo a cui son poste) senza che faccia di bisogno di tenere, come fanno li nostri, alquante libbre di piombo fitto nel collo di essi remi per dar loro il giusto contrapeso, senza il quale niuno per gagliardo che fosse non potrebbe longo spatio adoperarli, poiché la sottigliezza et la picciolezza delle pale rende i remi più leggeri et conseguentemente affaticano meno i galeotti, oltre che durano più perchè la sottigliezza fà che più si piegano, nè così facilmente nel mandar la voga si condannano o si rompono come i grossi remi con grosse pale li quali impediscono a i galeotti il piegarsi et causano che si rompono (5 3). Vorrebbono appresso esser i remi più tosto di fò che di aere (o faggio o acero come dicono i toscani) perchè il fò è di gran lunga più forte tanto che meno condannabile al mare dell’aere, il quale sebbene è più pieghevole, essendo, nondimeno men forte, riceve in sè l’acqua et gonfiandosi in processo di tempo diviene molto più greve, oltre che vi sia di questo legno maggior penuria che dell’altro, benché le nostre galere usino i remi di quello contra il parere anco del nostro Fausto, il quale ha prudentemente anco pensato che i remi si possono fare anco di abete et di larice o una parte di uno et l’altra dell’altro o vero tutti d’un solo. Perchè se bene per la natura del legno, questi non si agguagliano di fortezza a quelli di fò o d’aere, tuttavia nei bisogni sarebbon di grandissima utilità, perciochè avvenendo alle volte che mancasse la maniera di fabbricarli, in cotai accidenti non mancharebbono le travamenta delle case. Nè vi maravigliate ch’io facci tanto caso di questi remi perchè sono così necessarii alla galera come il pane al corpo humano. Disse allora il Cappello: Mi sarebbe caro intendere da voi quale palamento giudicate migliore, et che dia maggior velocità al corso della galea, o quello che ha il remo detto il pianerò maggiore degli [ 79]