l’Armata nemica et salpando la matina nell’alba senza essergli da alcuno ditta pur una parola credendo fosse una delle loro galee puotè a grand agio riconoscere la quantità dell’Armata. Dopo che nel dipartirsi sparò anco contro nemici duoi o tre colpi d’artigliaria per loro scorno et acciò si avvedessero dell’inganno. Fu costui ancora (disse il Canale) accorto imitator dell’antiche astutie, perciochè noi leggiamo che un certo Annibaie Rodiano huomo per certo valoroso, inteso il desiderio di Cartaginesi offrì loro di andar nel mezzo di nemici a Lilibeo et veduto diligentemente il tutto riportarne la nuova; il che quantonque con allegro animo fosse udito da tutti, non meno perchè l’Armata romana era quasi sull’entrata del porto ciascuno giudicava che ciò fosse cosa impossibile. Il Rodiano animosamente si pose in viaggio, et essendo arrivato a un’isola la quale è dirimpetto a Lilibeo et a mezzogiorno veg-gendo i nemici et con ogni loro sforzo affaticandosi d’impedir l’andata entrò in porto. L’uno dei consoli maravigliato dell’ardir di costui per pigliarlo nella partita mise la notte io velocissime galere nella bocca del porto et con queste diligentissimamente osservava il tempo che egli fosse per partirsi, havendo all’avanzo dell’essercito imposto che il medesimo facesse. Ma il Rodiano, finito quanto far doveva, non di notte nè in nascosto, ma palesamente et a mez-giorno (confidandosi pur nel suo ardire et nella velocità della galera) passò per mezzo delle galere dei nemici così bene all’ordine et apparecchiate nè ben contento di esser uscito senza offesa poiché gli ebbe passati, volta la prora gli provocò et non facendosi alcuno avanti quasi trionfatore dei nemici con la sua galera a Cartaginesi ritornò et raccontò al Senato quanto fatto haveva. Ecco (disse il Contarini) che pare che il Doria habbia voluto contender l’ingegno et d’animo con questo Rodiano, perciochè io tengo per fermo che se hoggi non s’adoperassero l’artigliarie egli a cottal suo disegno medesimamente di giorno haverebbe dato effetto. Ma [ 299 ]