SETTEMBRE 325 La prospettiva arcuata delle sfolgoranti luminarie di « Toledo » è splendida, mentre gli archi delle luminarie ad olio di Santa Lucia offre il più suggestivo degli spettacoli. Suonano orchestre lungo il mare : bancherelle cariche di meloni, di fichi d’india, cotogne, uva nera e bianca; odore penetrante di peperoni imbottiti di melenzane; odore d’olio e di pesce e attorno folla che mangia e che beve tra la più rumorosa allegria. Passano tra le moltitudini i carri ideati con gusto e fantasiosa originalità, in una fantasmagorica ridda di luci e di colori. Son carri marini rappresentanti pesci e banchi di corallo; altri rappresentano grosse ostriche, altri scogli, conchiglie, stelle marine e meduse. Il clou della festa vien dato dall’audizione delle nuove canzoni, alcune delle quali, di fama mondiale, come A Ma-rechiaro e O sole mio sfidano ancora il tempo, e vengono cantate nei carri al chiaro di luna della notte settembrina. I canzonieri che escon fuori, in occasione della festa di Piedigrotta, sono sempre una legione; ma mentre molte canzoni trovano la loro tomba nelle prime audizioni, altre incontrano subito il più grande favore popolare e da Napoli incominciano il loro giro trionfale per tutti i vari teatri d’Italia ed anche dell’Estero. Nè mancano sul golfo incantato grandiosi fuochi di artifizio, per i quali grande è la passione del popolo napoletano, mentre continua a Piedigrotta la festa originale del frastuono, del chiasso, del fracasso e della sana e schietta allegria per la più tradizionale delle feste napoletane.