242 SAGRE, FESTE E RITI qualche giorno prima del « Palio », sette contrade sono sorteggiate e precisamente quelle che non parteciperanno alla gara. Naturalmente le escluse stringono subito alleanza con Puna o con l’altra delle rimaste, e così le rivalità aumentano. Nei tre giorni precedenti la corsa, si fanno le prove pubbliche in piazza, per la scelta dei cavalli, che vengono estratti in sorte tra i concorrenti; quanto ai fantini si comprano (ogni contrada cerca di accaparrare per se il più abile) strappandolo con fior di quattrini, al concorrente. Il giorno della prova tutti i cavalli delle « Contrade » si radunano coi loro rispettivi fantini, palafrenieri, valletti, paggi, tamburini e alfieri « giocatori di bandiera » nel cortile del Palazzo della Prefettura. Fatto il giro solenne della piazza in corteo, i cavalli vengono disposti in ordine di sorteggio tra i due canapi dello « start ». A un rullo di tamburo i canapi cadono, e i cavalli partono come saette. E’ più difficile immaginare che descrivere le urla, gli applausi, il tramestio con cui la folla immensa segue la corsa. Alla fine il fantino vincitore viene portato in trionfo dai suoi. Per tutta la notte, nella « Contrada » vittoriosa, si vive in tripudio. Le altre « Contrade » o rioni aguzzano gli spiriti per la rivincita. Nel « Palio » c’è ancora la psicologia degli uomini di Montaperti, coi loro slanci, coi loro entusiasmi, con le loro passioni e può dirsi che è la storia viva, passante sotto gli occhi attoniti degli spettatori, i quali, se forestieri, ripeteranno col divino Poeta: « Vegno di loco ove tornar disio ». Siena, la città ghibellina, fiera del suo passato di glo-