256 SAGRE, FESTE E RITI l’edificio più caratteristico del Palladio. Come la Chiesa, così la « Festa del Redentore » fu votata dal Senato ed è, fra le antiche Sagre veneziane, quella che più ha resistito alla mutevolezza dei tempi. La notte famosa della « Festa del Redentore », è caratterizzata da una quantità di attrattive che unisce il sacro al profano. E’ un vero e proprio baccanale quello che ha luogo nella notte dal sabato alla domenica. Si tratta di un movimento che trasforma per molte ore la faccia della città. Molti profittano di questa circostanza per far conoscenza di Venezia, le cui bellezze non sono note a molte famiglie di buoni villici. All’approssimarsi della festa la città dei Dogi è ridotta, specie al centro, un vasto accampamento rusticano, originalissimo. I pellegrini bivaccano a centinaia e centinaia presso la Basilica e sotto i portici del Palazzo Ducale. Hanno con loro le brave provviste portate per economia dal paese nativo. A sera inoltrata la fiumana esotica, festaiuola, si insta'la sulle sedie dei negozi di Piazza San Marco per la veglia, rallegrata da canti, suoni e banchetti. Sul lungo ponte di chiatte gettato attraverso il canale della Giudecca, la sera della « Festa del Redentore », una lunga e nereggiante massa, umana, sorretta da profonda e salda devozione, accede al tempio del Palladio. Il canale è tutto un brulichìo di barche adorne di frasche verdi, e vagamente illuminate. Da questa città galleggiante si espande il tripudio della festa notturna: notte di canti, di suoni, di sbrigliata spensieratezza. Un grande spettacolo pirotecnico completa in modo meraviglioso la illuminazione della laguna. La domenica, sul far del giorno, tutti si recano, secon-