La volta dipinta del soffitto. ra le varie secolari vicende che questa Sala ebbe a subire, immune da profondi rimaneggiamenti, a noi giunse solo la grande volta dipinta, splendente tetto d’oro, sotto il quale entro armadi e plutei si custodivano « in catena » libri rari e manoscritti famosi, tra cui, gemma preziosa, conservata un tempo entro il suo ricco « studiolo », o scrittoio di ebano, ora purtroppo scomparso, eccelle anche oggi, nella delizia squisita delle sue pagine alluminate, il famosissimo Breviario Grimani. Nel vasto soffitto a volta, quasi a comporvi una magnifica antologia della pittura veneziana della metà del ’500, sette pittori, in ven-tun tondi, ebbero a raffigurare altrettante composizioni allegoriche: Sansovino e Tiziano ne diressero l’esecuzione e, posta in gara, ci racconta il Ridolfi, una catena d’oro, come premio al migliore dei sette compagni di lavoro, Paolo Veronese, per giudizio anche dei suoi colleghi, ne rimase vincitore: i suoi tre tondi della «Musica», del « Canto », dell’« Onore », che occupano la penultima serie verso il fondo della sala, e in cui l’incanto dei colori, la freschezza impregnata di luce delle carni delle sue donne fiorenti, raccolte in mirabile armonia di linea, contro squarci luminosi di cielo, offuscano la bellezza dei dipinti che gli formano intorno corona, sono fra le prime e le più adorabili pitture veneziane, del grande maestro veronese. Gli altri tondi disposti in sei serie entro fascie a « grottesche » dipinte da Battista Franco, appartengono ad autori minori e svolgono un insieme allegorico, spesso di significato astruso e complicato. Incominciando dalla serie collocata sopra alla porta di ingresso e continuando verso il fondo della sala, i ventun tondi si presentano così disposti: 1. — Giovanni da Mio, detto Frattina. - Pittor mosaicista: La natura e le stagioni. - La Natura, Pallade e Giove. - La Religione e gli Dei. 2. — Giuseppe Porta detto il Salviati. - L’Arte, Mercurio e Nettuno. - Pallade ed Ercole. - La fortuna bendata, Pallade e la Fortezza. 3. — Battista Franco. - L’agricoltura, Pomona, Cerere e Nettuno. - Diana ed Atteone. - La Sollecitune, la Fatica e l’Esercizio. 4. — Giulio Licinio. - La Vigilia e la Pazienza. - La Gloria e la Beatitudine. Il 3° tondo: La Scultura, fu rifatto nel ’600, da Bernardo Strozzi, il Prete Genovese. 60