Beccaria, nonché alla strada, che ora denominasi Calle Larga san Marco, da lui convenientemente ampliata, non senza vantaggio economico della Procuratia stessa : ma, come dalle mie più recenti inda-gni ho potuto ricostruire, l’opera più grandiosa e più ardua a cui egli abbia posto mano, tracciandone il vasto piano d’insieme, fu la sistemazione della Piazza san Marco. Se nel 1529, quando Mastro Jacopo assunse l’ufficio di « proto », il lato a mezzogiorno della Piazza era stato quasi interamente sistemato con la costruzione delle cosidette Procuratie vecchie, sul lato opposto, sorgevano ancora le vecchie abitazioni dei Procuratori, a partire dal capo di Piazza verso san Moisè, fino a giungere a ridosso del Campanile di san Marco, che risultava in tal modo circondato su due lati da tali costruzioni. Accingendosi a tale studio il Sansovino comprese che dal nuovo piano regolatore della Piazza non poteva venirne esclusa la sistemazione della Piazzetta di san Marco, che a questa si collegava diretta-mente, sito altrettanto importante e cospicuo: e poiché proprio in quegli anni egli attendeva a preparare il progetto per quella che poi doveva esser la Libreria di San Marco, egli, riprendendo il motivo dell’esistente fabbrica delle Procuratie vecchie a porticato ed a loggiato, ideò che il nuovo edificio oltre che dilungarsi sul lato nord della Piazza, partendo dalla Chiesa di san Geminiano, oggi soppressa, si sarebbe dovuto prolungare, lasciando il Campanile completamente in isola lungo la Piazzetta, in faccia al Palazzo dei Dogi, fino a raggiungere il Palazzo di Zecca, che sotto la sua direzione veniva allora sorgendo: complesso monumentale di fabbriche, a cui la geniale concezione del maestro, aveva saputo dare vasto e chiaro ritmo distributivo, aspetto augusto e superbo. A questo suo piano regolatore il Sansovino riuscì solo a dare inizio: ma impostando la nuova fabbrica sull’angolo verso la Piazzetta, voltandone il « cantonale » dal lato del Campanile, egli segnava l’allineamento che le nuove fabbriche, sia verso la Piazzetta, che verso la Piazza, avrebbero dovuto seguire: allineamento che fu infatti mantenuto dai suoi successori, i quali ripresero e continuarono il piano regolatore dal Sansovino progettato, e diedero così completa sistemazione alla Piazza, nella forma che in gran parte giunse fino a noi inalterata.