228 SAGRE, FESTE E RITI tornata da saraceni muniti di un rosso turbante e di una gigantesca scimitarra. L’incontro fra San Paolino e il popolo festante avviene a due chilometri da Nola, che gli offrono i « Gigli ». Ma non sono i tenu:i fiori cari a San Luigi; oggi, 1 « Gigli » sono dei campanili alti quaranta o cinquanta metri! Ogni Mestiere, ogni Categoria di commercianti ne fa uno : sono delle armature di legno ricoperte di carta pesta e di tela dipinta, adornate di Statue Sacre. Al primo piano v’è una sorta di palchetto in cui prende posto una piccola banda musicale. Ogni « Giglio » è contrassegnato dal simbolo delle Corporazioni : così un « Giglio », raffigurante un enorme pezzo di carta sanguinolenta rappresenta la Corporazione dei macellai : la « mannello. » di grano per gli agricoltori; il « /lasco » per la Corporazione degli osti; le « scarpe » per il Sindacato calzolai, il « formaggio » e il « prosciutto » per quella dei salumai. Il « Giglio » è sorretto sulle spalle da una cinquantina di robusti giovani bene addestrati. Bene addestrati, perchè appena scorta la barca di San Paolino, le bande intonano degli inni e i portatori dei « Gigli » cominciano a camminare con un leggero passo di danza che dà ai campanili un’impressionante rullìo. Poi San Paolino incede verso la Chiesa e i « Gigli » lo seguono danzando, mentre tutte le campane della pianura squillane, sparano i fuochi di gioia, e da ogni montagna si ode l’eco di innumerevoli mortaletti; da tutti i sagrati si accendono fuochi e falò; sorgono qua e là girandole policrome, e da mille e mille petti un grido solo : San Paolino! e una sola implorazione «Grazia»!