stiniani, a piè della quale voleva dapprima il Sansovino esser sepolto, come egli stesso ricorda nel suo testamento del 1568. Già nel 1556 la statua del Battista doveva essere compiuta e portata ai Frari, se qui appunto di questo tempo la ricorda e la descrive l’autore delle «Cose notabili et belle che sono in Venetia ». Fra le sculture veneziane quella del S. Giovanni, può in verità considerarsi una delle cose sue più ispirate e più delicate. Di fronte all’ossuta ed ascetica statua lignea del battista, che Donatello aveva collocato sull’altare della stessa Cappella della sua nazione, il Battista del Sansovino, morbido come cera, soffuso di un triste melanconico abbandono, poteva apparire alla distanza di un secolo l’espressione della nuova idealità, la purezza di ogni più squisita perfezione di forma di fronte al naturalismo rude e potente di un’idea. Nè è improbabile che il Sansovino, come lo attesta una tradizione storica e lo conferma l’esame stilistico, possa inoltre considerarsi l’autore dell’ampio e luminoso Chiostro di Sant’Antonio, nell’annesso Convento dei Frati, ora sede dell’Archivio di Stato, I particolari architettonici-costruttivi, come le sagome e le proporzioni che si riscontrano nei pilastri, nelle arcate e nelle belle trifore a colonne, aperte nel piccolo corpo di fabbrica che si eleva, coronato da timpani triangolari, nel mezzo di ciascuna facciata, mostrano non lieve affinità con costruzioni sicuramente sansoviniane. IL MONUMENTO PODOCATTARO A SAN SEBASTIANO (fig. 28). A San Sebastiano, nella Chiesa che racchiude la gloria e i resti mortali di Paolo Veronese, l’arte del Sansovino che tanto spesso ispirò ed offerse ritmi e spunti alle fantasie architettoniche del glorioso pittore, forse più che altrove affermò la sua origine di classica romanità; tale essa appare nel Monumento all’Arcivescovo Podocattaro, (1555) grandioso e severo nella semplicità poderosa delle sue masse costruttive. Due grosse colonne, poste su di un alto plinto a sostenere il timpano triangolare di coronamento, costituiscono l’ossatura fondamentale, ideata a proteggere la semplice urna collocata nel mezzo, su cui riposa la austera figura del morto prelato mitrato, rivestita dei paramenti vescovili. 86