nostra città, sentì come nella terra dell’opulenza e del colore ogni forma d’arte, ogni varietà stilistica, per non apparir spaesata o trapiantata a forza, doveva piegarsi ad esprimere o almeno a non contrastare, questo essenziale elemento di venezianità. E l'ambiente stesso di Venezia, potè così tramutarsi, forse, per lui in elemento attivo, animatore dei suoi principi stilistici, aiutarlo ad allontanarsi da una pedante ed arida imitazione di modelli e di formule classiche, offrirgli temi e spunti decorativi, che, ricevuta di sullo schema archi-tettonico classico, una salda impronta caratteristica, diedero origine a quel tipico stile ornamentale che da lui appunto si disse sansoviniano e che ebbe una secolare risonanza intorno a lui e dopo di lui. Il Sansovino non fu infatti un freddo teorico: anche nel fissare rapporti e proporzioni di ritmi architettonici egli si scosta dalla rigida osservanza delle leggi vitruviane ed anche nella soluzione di problemi costruttivi, come ad esempio nell’ideare un pilastro d’angolo su cui voltare il « cantonale » d’ordine dorico di una fabbrica, questione per cui egli pose allora a rumore il mondo dei costruttori e degli interpreti di Vitruvio, o nell’ornare di un ricco fregio sopraelevato il ritmo jonico della Libreria così da ottenere un insieme più fastoso e più intonato alla opulenza veneziana portò uno spirito personale di ricerca e di invenzione. Ripreso nella Libreria il motivo edilizio tanto caro a Venezia del ritmo rincorrentesi di archi e di colonne nel porticato terreno e nel loggiato superiore, il Sansovino seppe mirabilmente conciliare la più forte struttura classica degli ordini con la ricchezza decorativa delle ornamentazioni plastiche e con la varietà degli effetti chiaroscurali, creando con raro senso di misura e di armonia quel tipo di architettura ornata in cui i contemporanei, auspice lo stesso Palladio, riconobbero un insuperato modello di perfezione; « ...questo serenissimo impero (affermava l’Aretino per lettera allo spagnolo Don Diego di Mendoza, esaltando le bellezze della nuova fabbrica intrapresa) ha due tesori : uno in S. Marco e l’altro in piazza : benché la fama giudica di più valore questo che di continuo si vedrà in pubblico che quello che qualche volta si mostra in secreto ». v Questo carattere di signorile e gaudiosa fastosità il Sansovino seppe svolgere più ancora nell’interno della Libreria stendendo coll’aiuto del Vittoria su per le volte e sotto le cupolette cieche delle scale, quello 39