tro statue e i busti classici disposti in modo da rievocare la distribuzione originaria ideata dallo Scamozzi, ricordano come qui sia stata la sede della ricca e preziosa collezione di antichità, lasciata alla Repubblica dai Grimani, uno dei primi esempi di pubblica raccolta antiquaria, che oggi ordinata in alcune sale delle attigue Procuratie nuove, costituisce il nucleo fondamentale e più raro del Regio Museo Archeologico di Scultura antica. Prima di allora, ai tempi del Sansovino, quando dotti maestri umanisti qui tenevano, come si disse, pubbliche lezioni di greco e di latino alla nobiltà studiosa, l’aspetto di questa sala era ben diverso: tutte le pareti d’intorno erano ricoperte di grandi tele « istoriate », a cui aveva lavorato anche lo stesso Tintoretto; e gli impasti caldi e vividi di colore e di luce, si legavano più intimamente, che non la fredda architettura scamozziana a stucco e in pietra, al tono dell’oro delle ricche prospettive, con cui il quadraturista bresciano Cristoforo Rosa aveva rivestito il soffitto ideando una degna cornice, donde splende, mirabile per freschezza e tocco vivido e rapido di colore la divina figura della Sapienza (altri la dicono « Venere con Cupido ») con cui anche Tiziano volle impreziosire, da par suo, l’opera sovrana del suo caro Sansovino. LA SALA DELLA LIBRERIA (fig. 6-bis). Sopra il grande portale d’ingresso a colonne di mischi e di serpentini, al di là del quale splende la magnificenza della grande Sala dorata, è stata ricollocata al suo antico posto la lapide murata a perpetuo ricordo dell’anno 1553, in cui il lascito dei venerandi e preziosi Codici bessarionei potè trovar qui finalmente la propria augusta sede. Oggi, sotto a questa, collocata a rievocare e ad eternare la memoranda fausta data odierna, il ritorno cioè dopo più di un secolo della Libreria di san Marco alla sua sede originaria e il ripristino della celebre Sala al suo antico splendore d’arte, si legge, incisa nel marmo, a lettere romane, la seguente iscrizione: IN PRISTINUM RESTITUTA VICTORIO EMANUELE TERTIO ITALORUM REGE BENITO MUSSOLINIO DUCE ANNO DOMINI MCMXXIX AETAT. LICT. VII 59