scene centrali, per la fine esecuzione e per il garbo decorativo di ogni particolare. Orna il Tabernacolo dell’Altarino, dietro Paltar maggiore, un tempo dedicato al SS. Sacramento, una Portella in bronzo dorato, col Cristo Risorto (fig. 23), opera pur questa del nostro maestro: la nobilissima figura del Salvatore, cui fa corona una folla di putti in volo fra le nubi, recanti i segni della passione è da annoverarsi fra le più ispirate e felici sculture sansoviniane. Una replica, probabilmente non del Maestro, è al Friedrich’s Museum a Berlino, mentre una lontana evocazione della composizione, si nota nel rilievo centrale del «Tabernacolo mediceo» del San-sovino al Museo del Bargello a Firenze. LA LOGGETTA AL CAMPANILE (fig. 2 - 9 -10). Di un « redutto Lobia dei Nobili », esistente nella contrada di San Basso, è memoria sin dalla fine del XIII secolo; solo però più tardi, forse nel XV secolo, questo piccolo edificio venne trasportato ai piedi del Campanile di san Marco, in posto più centrale e più adatto allo scopo, a cui doveva servire. Per quanto si può dedurre dalle più antiche prospettive di Venezia del Reuwich e del Breydenbach, essa presentava aspetto assai umile e forse era costruita in legname, di forma non molto dissimile dalle botteghe che si addossavano, in fianco ad essa, sui lati liberi del Campanile. Quando al Sansovino, venne dato incarico di dar nobile aspetto architettonico al piccolo edificio, rendendolo degno del sito e delle altre fabbriche circostanti, egli si attenne naturalmente al tipo costruttivo della esistente costruzione: un semplice ambiente interno, su cui si apriva nel mezzo il portale d’ingresso, ed ai due lati, due grandi veroni, da cui i nobili, che qui si raccoglievano, potevano assistere al passeggio ed alle pubbliche feste. Nel 1537, il modello della piccola fabbrica, così ricca di ornamenti plastici ed architettonici, di marmi scelti e di breccie colorate, in cui, a dire dell’Aretino, si sarebbe accolta « la forma composta di tutte le bellezze dell’architettura », doveva esser già preparato: iniziatane ben presto la costruzione, in tre anni, nel 1540 la nuova Log-getta era già compiuta: cinque anni dopo il Sansovino riceveva il saldo per le quattro statue da lui eseguite e collocate entro le nicchie aperte, fra il partito architettonico delle colonne binate. 5°