Ad apprestare questo sontuoso apparato marmoreo di rilievi e di intagli, di statue e di serraglie, il Sansovino chiamò ad aiutarlo una numerosa schiera di artisti e di discepoli; artisti in parte venuti di Toscana, come il fedele Danese Cattaneo e il più celebre Bartolomeo Ammanati, l’autore dell’unica statua del coronamento, collocata ai tempi del Sansovino, il Nettuno, posto accanto alla guglia d’angolo verso il Campanile e che uno sfortunato caso fece poi cadere e spezzare; maestri veneti di origine, come il padovano Tiziano Minio e Gerolamo Lombardo, detto da Ferrara, e il maggiore di tutti Alessandro Vittoria, qui sceso da Trento, sua patria, alla bottega del Sansovino. Sebbene tutta l’intera fabbrica fosse dai contemporanei conosciuta col nome di Libreria e così continuasse ad esser chiamata anche quando, crollato l’antico regime, Péra napoleonica presumeva di cancellarne il titolo originario, tramutandola in appartamento reale, tuttavia solo un terzo dell’intera fabbrica, corrispondente a quel primo tratto di sette arcate, a partire dall’angolo verso il Campanile, costituiva, e costituisce anche oggi, la grande Sala della Libreria di san Marco. Il Portale d,ingresso. - Le scale (fig. 6). In corrispondenza all’undicesimo arco del Porticato terreno si apre il grandioso Portale, che oggi, ridonata la bella fabbrica alla sua primitiva funzione, viene riaperto per servire, come un tempo, di ingresso alla Libreria di san Marco. Due colossali cariatidi, i due « feminoni » ne costituiscono i saldi pilastri, attorno a cui lavorava tra il 1553 e il 1555 Alessandro Vittoria, che ebbe ad incidere le sue iniziali A. V.F. nella figura di destra, superiore per fattura ed espressione a quella opposta, opera piuttosto di qualche aiuto. Di qui si accede alla magnifica Scalea, superba per fasto di ori, di intagli, di stucchi, di marmi e di pitture: essa è costituita da due rami di scale coperte da volte a botte e da due ripiani di riposo, su cui si aprono quattro cupolette cieche. Ne ideò e ne eseguì il ricco apparato decorativo lo stesso Alessandro Vittoria fra la fine del febbraio 1559 (m.v.) e l’aprile del 1560. Entro i comparti quadri ed ottagoni che risaltano sul fondo a grottesche e a motivi ornamentali, si raccolgono figure mi- 57