dopo la sua morte, nel 1583, da Vincenzo Scamozzi, che condotta a termine circa il 1588 l’erezione delle ultime cinque arcate sulla Piazzetta e delle tre prospicienti il molo, curò poi nel 1591 l’allestimento dei corrispondenti ambienti interni destinati a « ridotti » od uffici delle tre Procuratie di san Marco, posti in seguito al primo tratto di fabbrica destinato e già usato, come Libreria. E fu buona sorte davvero se allora la fabbrica sansoviniana non ebbe a subire una deturpazione irreparabile : nel riprendere, dopo la morte del Sansovino, i lavori di compimento della Libreria, era intendimento dei Procuratori di elevare di un piano tutto l’edificio sanso-viniano; una sola preoccupazione li rendeva cauti e perplessi : il timore che l’insufficiente resistenza delle fondazioni potesse essere causa di seri guai. L’alterazione profonda che per l’aggiunta di un piano avrebbe sofferto l’opera del maestro, a tredici anni appena dalla sua morte, non dava alcun turbamento: nè una parola a questo riguardo apparve mai nelle numerose relazioni che i « proti » chiamati più volte ad esaminare le vecchie fondazioni e la possibilità di una sopra-elevazione, vennero presentando tra il 1582 e il 1587. Più prudenti degli altri periti Antonio Da Ponte e Simone Sorella diedero voto contrario: e fortunatamente la loro opinione finì col prevalere, contro il parere favorevole dello Scamozzi, che senza alcuno scrupolo e rispetto per l’opera del suo predecessore, avrebbe voluto che anche nella fabbrica sansoviniana corresse il terzo ordine corinzio, nella forma da lui ideata per le Case nuove dei Procuratori, che egli aveva progettato lungo il lato settentrionale della Piazza. Profanata e guasta irrimediabilmente ne sarebbe stata la stupenda armonia della fabbrica sansoviniana : poiché di proposito il Sansovino, come egli soleva ripetere, aveva voluto questo edificio limitato a due soli ordini, affinchè un giusto rapporto di proporzioni fra altezza e larghezza avesse ad apparire nelle due facciate minori verso il Campanile e sopratutto in quello verso il Molo, ove l’area forzatamente limitata da altri edifici retrostanti, impediva un maggiore sviluppo in profondità: « ....onde (come egli stesso ripeteva a quanti gli osservavano che questa sua fabbrica appariva alquanto bassa) non havendo essa spalle era stato necessaria darle altezza a proportione della larghezza, acciochè fosse con simmetria in tutti i versi, ed in conseguenza più durabile et forte ». 55