co, provvisoriamente depositata, una lunetta marmorea, proveniente dalla Chiesa delle Zitelle alla Giudecca, proprietà della Congregazione di carità, rappresentante a bassorilievo, la Vergine col Bimbo, incorniciata entro la curva di un arco sagomato su cui posano, collocate a mo' di vittorie, due deliziose figure di angeli. Questa scultura, fatta da me oggi conoscere per la prima volta, costituisce una novità nel campo degli studi sansoviniani; gentilmente segnalatami dall’amico Giuseppe Fiocco, essa trovavasi mezzo nascosta nella Chiesa di Santa Maria delle Zitelle alla Giudecca, tanto era in alto murata ad ornar il coronamento dell’altare del patrizio Federico Contarini, l’insigne procuratore di S. Marco, uomo di gusto e di dottrina, che attese, come è noto, per incarico della Signoria ad ordinare la famosa «raccolta di anticaglie Grimani», nell’antisala della Libreria di San Marco, raccolta che egli di poi integrò con statue, rilievi e ritratti di sua proprietà. Prima ancora che il bel rilievo fosse calato giù e potesse esser veduto e studiato da vicino, fu facile riconoscervi un’opera di Jacopo Sansovino. Quando e in qual modo questa lunetta sansoviniana, forse coronamento di un tabernacolo o di un piccolo altare oggi scomparso, fosse capitata a formare ornamento, innestata a forza, sull’altare del Contarini, non è giunta notizia: non ci sorprende però che il Contarini, che fu tra i più autorevoli Procuratori di san Marco durante il periodo in cui il Sansovino ebbe a tener la carica di « proto », e il cui nome trovasi altresì inciso sulla porta bronzea della sacristia di san Marco, abbia potuto conservare presso di sè, un’opera genuina del maestro, collocata forse più tardi, lui morto, ad ornar il suo altare. Nel gruppo centrale il Sansovino ripete un tema a lui particolarmente caro: l’abbraccio affettuoso del bambino alla sua mamma qui ritorna evocato, come in tanti altri suoi rilievi in istucco ed in marmo. Il gesto ampio della Vergine che stende il braccio a posar la bella e aristocratica mano su un libro; il panneggio alquanto complicato della veste, che ne fascia e involge il corpo a pieghe nette e sottili, e del manto disposto a formar cuffia sul capo; il taglio stesso del volto della Vergine, rendono affine questa scultura ad un gruppo di altre opere del periodo veneziano del maestro, quali il grande rilievo della Vergine col Putto tra quattro Santi, del Friedrich’s Mu- 88