librario del Bessarione : e di poi, a parecchi anni di distanza, quando entrando in gara col Palladio, ebbe a presentare il 21 gennaio 1554, insieme con Michele Sammicheli, un progetto per la nuova grande scalea, che sarà poi denominata dalla magnificenza dei suoi ornamenti a stucchi ed a dipinti, la Scala d’oro; progetto che, accettato dal Collegio, venne tosto eseguito. I due Giganti (fig. 27). Ma in palazzo Ducale si conservano altresì alcune opere di scultura del maestro. La magnifica scala esterna, ideata dal Rizzo Veronese, oggi si denomina Scala dei Giganti, dalle gigantesche statue dell’esecuzione delle quali il Sansovino ebbe appunto l’incarico nel 1554, con l’obbligo di consegnarle entro un anno « alla più longa », mentre invece ebbe ad occupare un periodo di oltre un decennio, usufruendo altresì dell’opera di numerosi collaboratori e discepoli. Collocate, provvisoriamente fra il 1566 e il 1567 sul ripiano della grande Scala, ai lati del Leone alato emblema dello Stato, a significare il dominio veneziano del mare « nelle cose della terra », esse qui poi sempre rimasero, fino ad ottenere al principio del ’700 definitiva sistemazione, con l’iscrizione per di più, sul plinto di base, del nome del loro autore; il quale, se riuscì a lasciar impronta della sua valentia in alcuni dettagli, come, sopratutto, nella energica testa di vecchio barbuto del Nettuno, nella struttura d’insieme dei due nudi non si mostrò all’altezza della sua fama: chè il Sansovino infatti, come era dai suoi stessi contemporanei riconosciuto, meglio riusciva nelle sculture di non troppo gran mole, di soggetto gentile, più che nelle grandi statue gigantesche, in cui pare egli volesse di proposito misurarsi con gli altri grandi maestri del tempo. Le due Madonne col putto. Una seconda opera di scultura del Sansovino in Palazzo ducale trovasi sull 'Altare della Chiesuola del Senato, ed è il gruppo marmoreo rappresentante la Vergine col Bimbo e quattro putti ai lati : opera questa, in molta parte di collaborazione e fra le altre numerose che egli lasciò di questo soggetto, non certo delle più felici; ideata per essere riposta sul portale della Chiesa di san Marco, fu, dopo la morte del Sansovino, regalata dal figlio Francesco alla Signoria, che la collocò nella Sala del Gran Consiglio, dove riuscì ad esser tratta in salvo dall’incendio terribile del 1577. 69