sviluppato di poi dal Palladio, di questo nuovo tipo di chiesa conventuale. Ma il ritmo di maggiore ed essenziale armonia costruttiva è offerta nell’interno dalla successione, pacata e sobria nelle sagome, ma di perfetto equilibrio nelle proporzioni, delle aperture degli arcly delle cappelle laterali e di quella più ampia e possente delle grandi volte del transetto e del presbiterio, concezione architettonica, che dà di per sè il segno della grandezza del maestro costruttore, della cui opera no-tansi ovunque traccie evidenti, sia nell’idear la sistemazione di una cappella, come nel preparar il disegno di un altare o di un portale: mentre però la facciata esterna principale è creazione posteriore di Andrea Palladio (c. 1572), al Sansovino spetta invece l’invenzione archi-tettonica del bel portale di lato, nel cui coronamento di ordine jonico è collocato il disco raggiato col monogramma di Cristo, affiancato da due ovali con le figure a rilievo dell’Annunciazione. LA CHIESA DI S. MARTINO. Più modesta nelle proporzioni e profondamente diversa nell’organismo costruttivo, appare la Chiesa, di san Martino, a cui si giunge in breve, attraverso un dedalo di viuzze. L’attribuzione al Sansovino, che trova nella « Venetia » del figlio Francesco la sua più antica testimonianza, risulta pienamente confermata dall’esame costruttivo dell’edificio. Iniziatane la erezione circa il 1540, per cura del parroco Antonio Contarini, i lavori di costruzione si protrassero però a lungo, procedendo assai lentamente. L’interno della chiesa a pianta centrale rievoca nel suo insieme l’interno di S. Giuliano, sebbene ne sia qui ottenuto un maggior movimento di masse, e di effetti chiaroscurali, e specialmente notevole appaia la soluzione delle due cappelle angolari, poste a costituire i quattro angoli della costruzione. L’ordine dorico usato nell’interno, comporta la massima semplicità di sagome e di ornamentazione, così che ogni pregio risulta dalle proporzioni e dalla sicura distribuzione dei pieni e dei vuoti. La facciata, ripristinata di recente, riprende il tipico motivo toscano, del corpo superiore centrale raccordato da volute laterali, e presenta anche nella caratteristica apertura a trifora della finestra centrale, la forma di finestrato usato dal Sansovino nei fianchi della Loggetta. 83