AGOSTO 305 meriggio, lasciavano alle rive le reti, e i pescatori, con le ri-spettive famiglie, cioè tutto il paese, si riversavano nei prati vicini, all’ombra delle piante a merendare giocondamente. L’usanza è sempre rimasta, la festa di San Bartolomeo è sempre stata celebrata; ma le necessità dei tempi hanno imposto restrizioni e modifiche. Rimandata da tempo alla domenica seguente al giorno del Santo, ultimamente la pesca dovette essere limitata agli iscritti al Sindacato pescatori. Di qui una certa decadenza della caratteristica manifestazione, che però è risorta nella sua caratteristica tradizione per merito e volontà delle autorità locali. Centinaia e centinaia di pescatori, dopo aver assistito alla Messa all'aperto, si precipitano sulle rive del Rio Stellone, per pescare le famose tinche, ricchezza ricercata del luogo. I pescatori sono in costume: ogni costume ricorda la contrada o il paese al quale il pescatore appartiene. I fortunati pescatori, ricevono ricchi premi. Il pesce pescato (talvolta anche qualche quintale), viene fritto sul posto e donato all’enorme folla che assiste alla caratteristica Sagra. Oltre al pesce, vengono distribuite fette di prosciutto, pane e vino. La merenda è allietata da varie musiche e la Sagra termina con balli all’aperto, mentre nel laghetto della nuova pescheria, esplodono e frizzano fuochi artificiali che illuminano la ridente contrada. Lente e silenziose percorrono il laghetto, delle barche illuminate da mille colori irridescenti, mentre dolci e sentimentali mandolinate s’innalzano maestose nel cielo trapuntato di stelle. 20