50 SAGRE, FESTE E RITI La festa caratteristica viene solennizzata anche gastronomicamente : infatti non appena proclamata la « Mugliata » la novella Regina dei molini distribuisce gratuitamente circa cinquemila razioni, fra farina, fagioli, pane, salame, formaggio e vino. Il turista può immaginare la ressa della folla per poter ottenere la sua razione, che consuma sul posto inneggiando alla « Mugnaia » ! Non vengono dimenticati i detenuti delle Carceri, ai quali la « Mugnaia » invia grandi cesti di arance. E i soldati « consegnati » in Caserma per punizione, quel giorno festoso vengono graziati per l'intervento grazioso della « Regina dei mulini ». Al corteo storico prendono parte oltre mille persone. Pifferi; armigeri medioevali; generali napoleonici; paggi nell’aggraziato costume fiorentino, e trecenteschi guerrieri in cotta e maglia; gli infantili « abbà », nei loro costumi sfolgoranti, e modernissimi cavalieri in nera coda di rondine (ma tutti col tradizionale berretto rosso in testa): infine una folla di uomini d’arme in costumi, di un pittoresco anacronismo, fanno da corteo alla Mugnaia biancovestita. Debbono essere, infatti, inevitabilmente anacronistici i personaggi di questa tradizione vetustissima, che ogni età ha voluto adornare con un suo simbolo ed un suo costume; poiché la Festa della « bela Molinera » non è nata, si badi, nel 1858; in quell’anno fu solennemente eletta la prima Mugnaia che rappresentasse concretamente la eroina infarinata di Ivrea; ma già da sette secoli, cortei di cavalieri, abbà (o abati che dir si voglia) uomini di arme e piffera celebravano ogni anno le gesta della fierissima donna. Questa Mugnaia di Ivrea è una delle tradizioni pie-