322 SAGRE, FESTE E RITI tivo e la regola benedettina, adottarono la regola di San Francesco professata da Rosa, e il Monastero e la Chiesa presero il nome di Santa Rosa. Nel 1357 una candela diè casualmente fuoco alla cassa di legno in cui si custodiva il corpo della Santa e l’incendio si propagò consumando addobbi e voti e doni. Accorsero le monache e il popolo, già dolenti di aver perduto tanto tesoro, e il fuoco tutto intorno ardeva divorando ogni cosa. Come fu spento, narrano gli storici del tempo, con gioia e stupore si videro le vesti che coprivano il corpo della Santa tutte bruciate; e liquefatti tutti i gioielli che l’ador-navano, ma perfettamente illeso il corpo, intatto e flessibile — come tutt’ora si mantiene — soltanto annerito dal fumo, testimonio perpetuo del prodigioso avvenimento. Santa Rosa fu canonizzata da Callisto 111 nel 1458; Papi e Sovrani si recarono a Viterbo a venerarne il Corpo. Le monache del monastero di Santa Rosa usano distribuire, a devozione dei fedeli, delle eleganti rose artificiali con in mezzo una teca, entro la quale è un poco di velo tenuto in dosso dalla Santa, alla quale, dopo un periodo di tempo, le monache tolgono l’abito rivestendola di un nuovo, come se si trattasse di una consorella vivente, e la badessa ne rilascia l’attestato.