54 SAGRE, FESTE E RITI si era acconciato al sacrificio di due figlie, accecato dall’ira alzò la zappa che teneva in mano e la lasciò cadere sulla testa dell’osceno bravaccio. Fu la scintilla che fece scoppiare l’incendio della rivolta. Tutto il paese insorse e i turchi furono assaliti da ogni parte. I contadini non avevano per armi che i propri attrezzi ed il coraggio della disperazione; ma dopo una lunga e furibonda zuffa la loro santa causa finì per trionfare, f turchi furono cacciati nel Castello e, quivi, colti in trappola, dopo sanguinoso assedio; Selim venne scovato in un porcile e decapitato con la sua stessa scimitarra. Pochi scamparono. Questa leggenda è così radicata nella popolazione di Castelletto Stura, e la risonanza delle accennate eroiche imprese è così compenetrata negli animi dei paesani che... l’impresa viene glorificata nel Giovedì Grasso di ogni Carnevale. Perchè le gesta eroiche della gente di Castelletto Stura vengano rievocate di Carnevale nessuno può dirlo: certo è che si deve al Dopolavoro locale la ripresa, dopo tanti anni, di una tipica, originale, pittoresca e folkloristica rievocazione di fatti eroici, mantenendone — attraverso una « mascherata » — l’originaria fisionomia, spoglia da ogni volgarità. Una folla enorme conviene, nei giorni di Carnevale, da ogni contrada, paese o città, per assistere a Castelletto Stura alla folkloristica battaglia contro i Turchi! Spettacolo veramente singolare e tipico, perchè la rievocazione dei fatti d’arme, malgrado i coriandoli, viene storicamente riprodotta. Mentre il popolo si appresta alla sollevazione contro i Turchi e gli eserciti si schierano per il gran cimento, sopì a la piazza Centrale altre... armi vengono affilate!