368 SAGRE, FESTE E RITI La folla immensa, che occupa completamente la vasta piazza, si toglie il cappello; le donne s’inginocchiano, e gri-dano: Siracusani ricemaccillu cù vera fidi; evviva Santa Lucia. Così, ora, mentre il simulacro prezioso splende sull’Al' tar Maggiore del grande Tempio rustico, affluiscono ogni giorno i fedeli da tutte le parti dell’isola. Taluni arrivano, come gli antichi pellegrini, a piedi scalzi, recando lunghissime torcie. Naturalmente alla festa religiosa si accompagnano al' tre manifestazioni popolari di tripudio. Nella grande piazza inghirlandata di festoni d’edera, appesi ad alte antenne alla cui cima garrisce il tricolore, sostano numerosi venditori di ogni genere di ghiottonerie, specie di agrumi. Disposti in parecchie file parallele, essi richiamano i passanti con le loro strane cantilene che ricordano i nostalgici ninna nanna cantati dalle madri siciliane per addormentare i figlioletti. Più numerosi sono i venditori di calia, ceci abbrustoliti. Questi caratteristici venditori sono forniti di grandi bracieri saldamente attaccati ai loro carri, fantasticamente istoriati, e procedono alla particolare tostatura dei ceci alla presenza degli acquirenti.... Nè rimangono inoperose le bettole che s’aprono nelle vie che sboccano sulla piazza. Trascorsa la settimana, il simulacro della Santa torna alla Cattedrale in una festa notturna di luci e in un immenso clamore di evviva.