GIUGNO 213 vere mutilato, steso sulla soglia del Cristianesimo, tracciò la via sanguinosa che tanti Martiri dopo di lui dovevano seguire. Da Gerusalemme allo Atlantico, dai fiordi della Norvegia all’azzurra marina di Corfù, tutta la Cristianità, nella mistica notte, leva un inno di fede ardente in quella Verità che l’austero asceta, con parola rude, nel ncme di Nazzareno, fece, primo udire alle moltitudini sulle rive del Giordano. E’ ozioso oggi andare a ricercare le origini della baldoria sangiovannesca. Gli stessi credenti faticano ancora a sbrogliarsi dalle tradizioni pagane. La festa si celebrava tra grandi fuochi accesi innanzi alla Sacre Immagini, e con danze, pretesto però a scene dionisiache. In seguito vennero in uso le abluzioni. Peggio che peggio! La mania dei romani per prendere il bagno, nella notte di San Giovanni, aveva raggiunto proporzioni tali che Clemente XII pensò bene di farla finita. Non volle sentir ragioni, neppure quella importantissima di non doversi disgustare i forestieri i quali si recavano appositamente a Roma per assistere agli allettanti festeggiamenti di San Giovanni. Il 19 giugno 1753, il Signor Antonio Rota, decano dei Cursori, faceva affiggere in Roma un severo bando proibitivo, il quale bando, nella conclusione, così affermava : « Con l'autorità del nostro ufficio, a qualsiasi persona dell'uno o dell’altro sesso proibiamo che in detta notte veruno ardisca accostarsi alle vasche, ai rigagnoli, alle fontane togliendosi le brache o accucciandosi sull’erba, pena gli uomini tre tratti di corda da darsi in pubblico e scudi 50 di multa, e per le donne 3 colpi di frusta a posteriori in pubblico, e si per gli uni come per gli altri senZfin alcuna remissione ».