GIUGNO 211 che quello dei componenti una numerosa banda, quanto mai fragorosa, comodamente installata nel primo ripiano della torre. Il Giglio di San Paolino, riproducente la storia del pa-trono di Nola, è non meno imponente di quello del « salti' miere » : costruito in stile barrocchetto, è sormontato da una grande figura di angelo trionfatore e reca alla base le ri-produzioni dei quattro Evangelisti con scene bibliche. Nei fregi, che decorano trenta metri della bella e originalissima costruzione, sono rappresentate le Belle Arti. Dall’alto della torre, (che, portata sugli òmeri robusti dei settantacinque uomini di Barra, fa certi salti e certi inchini e certe piroette da ballerina sulla corda), due cantastorie nolani vestiti in caratteristici costumi, con giustacuore di velluto e il berrettaccio alla « Masaniello », danno fiato alle « voci a’ figliola » e alle Storie dei Santi, declamate con una melodia tutta particolare e di una grande perfezione melodica che i turisti di Montevergine conoscono bene. I due « trovatori » di Nola sono perfettamente intonati e le loro canzoni, di un sincronismo assoluto, sembrano uscire da una ugola sola. II « Giglio del cantiere » alto ventisette metri e ricco di fregi e di cariatidi, è sorretto da una « paranza » di settantacinque vigorosi portatori nolani. Il Giglio delle Quattro Stagioni, che partecipa sempre vittorioso alle lizze dei « Gigli » giocate nelle feste di Nola, è così salterino e baldanzoso da parere l’espressione viva della gioia per il successo che ottiene sulla folla. Lo recano le spalle salde di una « paranza » di giovani barresi. I gigli procedono a poche decine di metri l’uno dall’altro per Via Caracciolo, colma di una folla immensa.