210 SAGRE, FESTE E RITI sima manifestazione folkloristica, sconosciuta, del pari che ai molti forestieri d’Italia e di fuori, ai napoletani stessi, pochi dei quali avevano avuto per l’innanzi occasione di assistervi, mai essendo stata loro presentata dagli artigiani di Nola, ove per antica usanza viene annualmente ripetuta. Si tratta della « Danza dei Gigli », che vengono costruiti a Nola ricorrendo la festa di San Paolino e le cui origini storiche ed etniche sono indubbiamente lontanissime, riallacciandosi ai costumi dei Vosci e degli Etruschi e dei Bruzii, che abitavano parte dell’Italia meridionale. Questa danza di torri (non si sa bene perchè si chiamano Gigli) in legno, stucco, cartapesca e talvolta persino in mattoni e calce, è tra le cose più caratteristicamente suggestive e impressionanti che sia dato vedere. Le torri, che vengono a Napoli da Nola, sono quattro: il Giglio del Salumiere, il Giglio del Cantiniere, il Giglio di San Paolino e il Giglio delle Quattro stagioni. I nomi, specialmente quelli dei primi due gigli, possono sembrare, anzi sono, prosaici; ma la loro apparenza, la loro costruzione è un prodigio di arte e di architettura. Il « Giglio del Salumiere » rappresenta il candelabro di Michelangelo; è alto ventisette metri quanto una casa moderna, ed è suddiviso in cinque ripiani. La singolare torre è costruita in legno rivestito di stucco dorato e riproduce fedelmente il famoso particolare di scultura michelangiolesca. Tutte le figure, gli alti rilievi sono mirabilmente riprodotte da artigiani dotati di un profondo senso d’arte. La torre altissima è recata a spalle da una « paranza » di ottanta portatori barresi, guidati dal nepote di Peppe a’ Sirena, celebre artigiano del popolo. I portatori debbono sostenere, oltre il peso del Giglio, che è di trenta quintali, an-