MAGGIO 119 ogni 19 Settembre, giorno della nascita di San Gennaro, la testa del Patrono sino ad Antignano, nei pressi del Vomero, con una solennità che non fu mai raggiunta da altra cele-brazione religiosa. Raccontano le cronache che nel settembre 389 il Vescovo dell’epoca, San Severo, avendo conosciuto l’esistenza di due ampolline nelle quali una pia donna aveva raccolto il sangue del Martire decapitato su una pietra, volle metterlo vicino alle reliquie. Da quel tempo data il miracolo della liquefazione del Sangue e il fervore di fede crebbe nei ceti cittadini e la processione annuale acquistò nuovo splendore. Essa prese il nome degli « inghirlandati » perchè i preti che la seguivano si riparavano dai raggi del sole con delle ghirlande. Poiché nel settembre i contadini erano occupati nella vendemmia, Papa Clemente IV concesse che la processione, anziché il 19 Settembre, si facesse anche il primo sabato di maggio e non più alla Cappella, che era stata eretta ad An-tignano, ma per l’interno della città. Furono a volta a volta scelte le Chiese di S. Maria Maggiore, di San Paolo, dei Santi Apostoli; ma dacché Roberto d’Angiò fece edificare, per voto della Regina Sancia, la Chiesa di Santa Chiara, fu, in seguito, in questo grande Tempio che la processione faceva sosta. Ed è stato sempre così. La testa di San Gennaro, è racchiusa in un busto d’oro e d’argento fatto da Re Carlo II d’Angiò; ed è precisamente la testa del Patrono che è portata in processione, seguita nel pomeriggio da un’altra con le ampolline che ne contengono il Sangue, mentre il Corpo che da Benevento fu portato a Montevergine e di qui trasferito a Napoli, si venera nella