Caro Trojani di Nerfa, ho ricevuto la sua lettera, e mi vo domandando su quali fondamenti lei può scrivermi: « sapendo che lei è ferocemente antifolklorista... ». Per fortuna il mio antifol-klorismo non deve sembrarle troppo feroce, visto che lei desidera una mia presentazione pubblica per un suo libro di folklore. (Al quale proposito vorrei che voi folkloristi trovaste una parola meno ostica per indicare i vostri studi: quale contradizione, essere tanto attaccati a usi e costumi di strettissimi 'ambiti regionali, e poi non saper trovare una parola meno barbara per indicare la vostra occupazione favorita!). Lei forse non saprebbe darmeli, t documenti del mio antifolklorismo, e me lo attribuisce dietro una impressione e memoria vaga. Voglio essere leale e fornirglieli io. La mia nomea antifolklorista risale, più che al mio atteggia-mento generale deciso contro il feticismo per ogni tradizione formale, a una scalmana che mi son preso sui giornali quando — mi pare fosse due anni fa — il ministro Rocco pubblicò tina circolare contro l’indulgènza' dei giurati e talvolta anche dei giudici verso i cosiddetti « delinquenti