MAGGIO 189 ga e poco larga, il disegno viene svolto lungo una linea mediana longitudinale, che corrisponde all’asse della « sca-la » stessa. Sulla « scala » appunto, pochi giorni prima dell’illumi-nazione, viene tracciata una specie di reticolato, segnando, con linee colori a rosso e bleu, i gradini nel loro preciso punto mediano, e poi, a partire da tale punto centrale colorato, su tutta la distesa di ogni gradino vengono tracciati, a ugual intervalli, altri segni con calce bianca. Tali segni, visti dal basso, formano linee perfettamente verticali e parallele, che incrociandosi con le linee orizzontali degli orli dei gradini, formano il suaccennato reticolo, che è come l’ingrandimento del reticolo della carta, che contiene il disegno dipinto, completo di tutti i particolari. Sul reticolo della « scala », poi, con poca ma accurata fatica, vengono disposti i « coppi » nei vari posti e dai dati disegni che il disegno originale detta, cominciando dal primo gradino in alto, e scendendo poi, man mano, verso il basso. Per completare la « scala », in media occorre per ogni disegno, mettere a posto dai quattromila ai cinquemila « cop-pi », fatica che operai specializzati sbrigano in un paio d’ora» In seguito si procede a disporre dietro ciascun « coppo » una lucernetta a olio, di terracotta, col relativo lucignolo di cotone lanuginoso, e colmo di buon olio da bruciare. Nella serata, all’ora stabilita per la luminaria, è interessante osservare il brulichio di ragazzi nei « carrugi » (vicoli) che sboccano sulla « scala » (carrugi è una parola genovese rimasta nel dialetto locale dal tempo che Genova, - 1030 -liberò Caltagirone dai mussulmani). Sono quei ragazzi che compiono il miracolo di adornare le tenebre dell’artistico