160 SAGRE, FESTE E RITI il Santuario è stato dedicato alla S.S. Trinità, perchè, secondo la leggenda, una volta un aratro tirato da due buoi precipitò da quell’altezza nel vuoto. Il contadino che aveva assistito impotente e terrorizzato al disastro, discese a precipizio, pregando durante la strada la S.S. Trinità di aiutarlo. Giunto in basso, con sua gioia e meraviglia, vide l’aratro sospeso in aria ed i buoi che dopo il pauroso salto nell’abisso pascolavano tranquillamente come se niente fosse avvenuto. Il Santuario fu appunto eretto in memoria di questo miracoloso avvenimento, ed ogni anno, alla festa che si celebra nella domenica successiva alla Pentecoste, vi accorre una folla enorme di devoti, composta in massima parte di agricoltori e contadini della Campagna romana, della Ciociaria e dell’Abruzzo. Tutta gente semplice e primitiva che compiono a piedi il faticoso viaggio cercando, nel fervore delle loro preghiere, un ristoro ai propri mali. Insolita è l’animazione che si nota nella deserta località alla vigilia della festa. Donne, giovani, vecchi, fanciulli, si inerpicano su per la montagna per arrivare a tempo alle funzioni religiose in onore della S.S. Trinità e portano con loro coperte, scialli e canestri con cibi e bevande. Ogni paese forma un gruppo separato preceduto da un portatore di Croce e di stendardo. Spesso 1 pellegrini si tolgono le scarpe o le ciocie per maggior penitenza; e quando sono stanchi si rianimano cantando in coro, uguale e monotono, una nenia in onore della S.S. Trinità. I vivaci costumi delle ciociare, con i loro colori sfolgoranti, danno un tono caldo ed allegro alla scena; mentre le contadine abruzzesi e della Valle del Liri sfoggiano i loro ricami d’oro e d’argento e le ricche ed ampie vesti ricadenti in morbide pieghe.