GIUGNO 203 precario e la Chiesa sembra una bolgia! La nicchia del San-to s’illumina come per incanto, e, quindi, lo spettacolo del ritorno dei « graziati » lieti, e i non graziati, doloranti e imploranti ancora la « grazia », è suggestivo e pieno di melanconia. Teatino s’infiora a festa, e musiche e fuochi di artificio coronano l’avvenimento del « Miracolo ». LA « LEGGENDA DELLE ROSE » A BAVENO Baveno, minuscola e ridente cittadina del Veibano, sul Lago Maggiore, dalla quale si scorgono le meravigliose isole Borromee, è un luogo incantevole di pace e di poesia. Dista da Arena pochi chilometri; oltre alla ferrovia vi sono perfetti servizi automobilistici che collegano Baveno con tutti i centri del retroterra. Ogni anno, nella seconda decade di Giugno, per merito di un Podestà letterato e fedele al gusto manzoniano, rivive, in pieno secolo ventesimo, una leggenda antichissima, scoperta negli archivi della parrocchia di Baveno. Si tratta della profumata, dolce, mistica « Leggenda delle Rose » una rievocazione coreografica sentimentale, che ricorda il suggestivo spettacolo delle Ondine della Loreley. Una « Bella Addormentata » — dice la Leggenda — punta da uno spino di rosa, si risveglerà solamente quando avrà respirato tutto il profumo delle rose e dei fiori del Lago.